UTILITA' NEL MIELE NELLA RIPARAZIONE TISSUTALE

#Suggerimenti in vulnologia


Suggerimenti di lettura: UTILITÀ DEL MIELE NELLA RIPARAZIONE TESSUTALE a cura di Andrea Bellingeri

La storia cita l’utilizzo del miele nella cura delle lesioni dal papiro di Ebers (1500 a.C), dove si legge come già allora si usavano bende di lino spalmate di grasso di capra bollito piuttosto che sangue di colombo, argilla, carne cruda e miele. A quei tempi dai documenti giunti fino a noi, sono elencate le utilizzazioni del miele (fino a 147), ed in particolare viene descritto per il trattamento di ustioni, piaghe e per velocizzare il processo di guarigione dopo interventi chirurgici, come le circoncisioni (3). Alcuni secoli più prossimi a noi, dall’Università di Bologna Teodorico Borgognoni (1205-1298) tracciava per i posteri ampi trattati di chirurgia, e da questi, contrasto’ l’ancora corrente pensiero di “laudamos pus” che era stato proposto ancora da Galeno nel 1 secolo D.C. Egli pensava infatti ed affermava che il pus ostacolava e ritardava la guarigione (7). Teodorico suggeriva per le lesioni croniche di utilizzare, dopo una corretta pulizia, una mistura di miele, acqua e vino e per la detersione delle lesioni suggeriva anche l’utilizzo dell’acqua di mare. Con l’avvento degli antibiotici, l’uso del miele è stato progressivamente abbandonato, fino a ritrovare vita negli ultimi anni, come prodotto naturale, utilizzabile per prevenire e per trattare i casi con sviluppo di infezioni da germi multiresistenti (3) oltre che per stimolare la rigenerazione tissutale delle lesioni croniche. Il miele è costituito principalmente da fruttosio e da glucosio oltre che da acidi organici, minerali, aminoacidi, vitamine e fenoli. La sua attività antibatterica, sembra determinata dalla sua elevata osmoticità, presenza di perossido di idrogeno e di acido gluconico, oltre che ad un pH relativamente basso (pH4,4) che inibisce la proliferazione batterica (3). Questa breve analisi della letteratura ha lo scopo di rilevare se in base alla letteratura recente ha significato clinico ed ancor piu’ scientifico sostenere la sua efficacia ed i vantaggi clinici.

Articoli: E’ stata selezionata la bibliografica che riportava documentazione chiara in merito al quesito posto ed è stata (vedi l'allegato) riassunta, indicando anche il link della fonte.