GESTIONE DELLE SKIN TEARS

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Suggerimento di lettura: GESTIONE DELLE SKIN TEARS a cura di Angela de Mola.

Le Skin Tears (ST)sono ferite specifiche che si verificano nelle fasce di età estrema (popolazione anziana e neonati) e nel malato cronico e critico. Possono diventare croniche e difficoltose da gestire se non trattate adeguatamente (1-2). L'International Skin Tear Advisory Panel (ISTAP) definisce la ST come "ferita traumatica causata da forze meccaniche, compresa la rimozione di adesivi per uso medico”, la cui gravità può variare in base alla profondità (che non attraversa lo strato sottocutaneo). Possono verificarsi in qualsiasi parte del corpo, in particolare sulle estremità (mani, braccia e arti inferiori) (1-2). Gli individui che soffrono di ST lamentano dolore e ridotta qualità della vita (5). A livello globale, la popolazione sta invecchiando e secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), tra il 2015 e il 2050, la proporzione della popolazione mondiale con più di 60 anni età quasi raddoppierà, dal 12% al 22% (OMS, 2019)(2). Sebbene la reale prevalenza e incidenza delle ST sia sconosciuta, le prove disponibili suggeriscono che tali ferite si verificano in tutte le strutture sanitarie (2). Gli studi epidemiologici sulle ST sono limitati. Tuttavia, studi condotti su popolazioni anziane che ricevono cure a lungo termine hanno riportato tassi compresi tra il 3,9% e il 26%. In termini di contesto comunitario(territorio), uno studio ha riportato una prevalenza del 19,5% nelle ferite note in tutti i gruppi di età. Sono stati riportati altri studi sulla prevalenza con tassi dal 6,2% all'11,1% nelle strutture di assistenza per acuti, 3,3% in un ospedale oncologico e 14,3% in contesti di cure palliative. In età pediatrica, nel 17% dei bambini ospedalizzati è stata riscontrata una ST, con il 75% dei bambini a partire dai 6 anni di età e l'80% di quest'ultimo gruppo aveva 6 mesi di età o meno. In una recente revisione sistematica, l'incidenza delle ST varia dal 2,23% al 92% nelle strutture di assistenza a lungo termine. In ambienti di terapia intensiva e sale operatorie la prevalenza è sconosciuta (1-2). In Italia sono stati condotti 2 studi di Prevalenza Nazionale dall’AISLeC (Associazione Infermieristica Studio Lesioni Cutanee) coinvolgendo realtà assistenziali di lungodegenza: nel 2014 si è rilevato il 4,20% e nel 2016 il dato è stato del 5,00% (6). L’ ISTAP ha condotto una revisione della letteratura sui fattori di rischio delle ST utilizzando il metodo Delphi elaborando un Algoritmo sulla Valutazione del rischio/Trattamento della cute (5). Attualmente sono disponibili strumenti di classificazione per i professionisti della salute che devono valutare una persona con ST. Tuttavia, vi è la necessità di semplificazione e standardizzazione del sistema di classificazione delle ST (3-5). In origine, il sistema di classificazione Payne-Martin (Payne e Martin, 1993) fu elaborato come mezzo di classificazione per gradi delle ST attraverso l’entità della perdita di tessuto, misurata in percentuale. Questo sistema è tutt’ora in uso, ma definire le percentuali di perdita di tessuto nella pratica clinica può essere difficile. Inoltre, questo indice non è mai stato validato. Anche il sistema di classificazione, validato, STAR (Carville et al, 2007) è in uso, particolarmente in Australia e Giappone. Questo sistema fu elaborato come versione modificata dell’indice di Payne-Martin, con l’aggiunta della distinzione di colore (cute pallida, scura o annerita). Il sistema STAR tuttavia non è stato usato ampiamente a livello globale. E’ necessario un approccio sistematico, standardizzato e validato, e per questo si raccomanda l’uso del sistema di classificazione ISTAP (LeBlanc et al, 2013). Il sistema ISTAP usa un metodo semplice per classificare le ST per categorie come: Skin tear di Tipo 1 – Nessuna perdita di cute; Skin tear di Tipo 2 – Parziale perdita del lembo; Skin tear di Tipo 3 – Perdita totale del lembo (3). È importante sottolineare che le ST sono prevenibili con l'attuazione di un programma di riduzione del rischio. Classificare l'entità del danno e scegliere la medicazione più appropriata è consigliata per evitare di aggiungere ulteriori traumi (2-3).

In allegato gli articoli analizzati e la sintesi dei risultati.